Ostrica #17
Il mondo (dell'Internet) è la tua ostrica. Ogni settimana (circa), delle perle speciali da fondali nascosti.
Buonasera a tutt*,
ai più affezionati, a quelli che si sintonizzano un po’ random, ma soprattutto un benvenuto ai nuovi arrivati, che la scorsa settimana sono stati tantissimi! Ancora non mi è chiaro come mi abbiano trovato tutte queste persone nuove (e mi piacerebbe molto saperlo, quindi, ve ne prego, scrivetemi!), ma di certo sono felicissima e spero tanto che la mia Ostrica possa piacervi.
Siamo qui riuniti, ora, per complimentarci con noi stessi per essere, anche stavolta, sopravvissuti alla settimana più trash dell’anno culturale italiano. Che l’abbiate vissuta incollati alla televisione o solo sui piccolissimi schermi per commentare il Festivàl sui social, sono pochi coloro che possono dirsi veramente immuni. A qualsiasi categoria apparteniate, da domani si apre una nuova stagione. Auguri!
Sicuramente abbiamo assistito a una delle edizioni più indie (qualsiasi significato si possa ancora dare a questa parola), giovane e gender che ci sia mai stata. Mi asterrò dai commenti musicali, anche se ne ho già espressi in giro, ma mi concentrerò invece su una polemica che mi ha particolarmente colpito nella mia “bolla”: quella su Achille Lauro e le sue ambigue performance che attingono al camp e alle espressioni più tipiche del mondo LGBTQI+. Per il terzo anno di fila, il cantante romano è arrivato sul palco sanremese conciato a festa per lasciare a bocca aperta il pubblico più o meno giovane e ammiccare al mondo queer: la pagina di Quid Media ha ben riassunto la problematicità di queste sue esibizioni e il fastidio provato da tante persone a riguardo. Personalmente, ho apprezzato anche la satira fatta dall’artista Percy Bertolini, che vi consiglio di recuperare dopo aver approfondito gli altri due post. Sorvolerò invece su tutte le altre polemicone e polemichette che hanno alimentato le singole giornate. In tanti auspichiamo un parlamento con la stessa rappresentazione variegata e inclusiva, anche se sappiamo che la rivoluzione non vince mai, a Sanremo e fuori (come scrive Claudia Durastanti).
“È più forte di me: una delle espressioni che sento più spesso. So che dovrei, potrei, mi farebbe bene. Ma non ci riesco. C’è la parte con la quale andiamo in giro, ci esibiamo, la presentiamo in pubblico, con la quale ci identifichiamo. Con lei siamo egosintonici. Quella che ci danna, quella che spesso è l’unica che conta, il nostro sintomo, quella che ci ha spinto a intraprendere un percorso imprevedibile come quello analitico è l’altra, è la nostra parte numero 2. Irregolare, emotiva, inaffidabile, illogica. Un po’ ci vergogniamo, ma non l’abbandoniamo. Oggi come sempre “L’Io non è padrone a casa propria”. Lascio parlare l’incipit di questa pagina del “Diario Clinico” della psicoterapeuta Nicole Janigro e che mi ha dato tanto da riflettere.
Un paio di segnalazioni extra-categoria e prometto che tornerò a recuperare un po’ di audiovisivi e podcast interessanti da segnalarvi. Se non avete problemi a leggere in inglese, vi consiglio due splendide newsletter: Please Clap, di Shelby Lorman, l’autrice di quel prodotto geniale che sono gli Awards for good boys - ovvero le coccardine per gli uomini che fanno il minimo sindacabile come esseri umani - e gli Astro Poets che come dice il titolo pubblicano meravigliose pillole psicologiche sui segni zodiacali e - sorpresa - poesie. Io devastata da quest’ultima sulla coppia Pisces-Cancer.
MUSICA
Oggi è il compleanno dell’album COSTELLAZIONI di Vasco Brondi - Le luci della centrale elettrica. Ogni tanto ancora ci faccio sopra qualche piantino. Per il resto, sono stata talmente imballata dalle canzoni di Sanremo (e dal nuovo EP di Drake) che ho perso qualsiasi altra novità. Come al solito, segnalatemele se vi va!
Ringrazio infine Lucia Brandoli che oggi ha condiviso questa poesia di Hilda Hilst, poetessa brasiliana, che vi riporto (trovate tutte le sue traduzioni qui)
Quella
Afflizione di esser me e non un’altra.
Afflizione di non essere, amore, quella
che molte figlie ti ha dato, hai sposato fanciulla
e di notte si prepara e si indovina
oggetto d’amore, attenta e bella.
Afflizione di non essere la grande isola
che ti trattiene e non ti tormenta.
(La notte come una fiera si avvicina)
Afflizione di esser acqua tra la terra
e avere il volto travagliato e mobile.
E al tempo stesso multipla e immobile
non sapere se se si assenta o se ti aspetta.
Afflizione di amarti, se ti commuove.
Ed essendo acqua, amore, desiderare di esser terra.
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Io mi chiamo Veronica Tosetti: lavoro nella comunicazione digitale e scrivo per alcune testate online, tra cui ilLibraio.it, The Vision e Osservatorio Balcani Caucaso. Puoi seguirmi sui social e farmi avere le tue impressioni e i tuoi suggerimenti rispondendo a questa mail oppure lasciando un commento pubblico.
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Alla prossima settimana!
Bella la storia di Percy Bertolini. ❤️