Ostrica #10
Il mondo (dell'Internet) è la tua ostrica. Ogni settimana, delle perle speciali da fondali nascosti.
Buonasera!
(anche se la tentazione di aprire questa newsletter con “Shock!”, è stata molto forte.)
Grazie a tutte le persone che sono arrivate qui nell’ultima settimana, probabilmente grazie alle segnalazioni di Tostoini e Jennifer Guerra (che ringrazio!). Approfitto di questo spazio utile per ricordarvi la presentazione de Il Corpo Elettrico che si terrà live mercoledì 13 alle ore 18, ospitata dalla Biblioteca Sicilia di Milano. Connettetevi a questo link di Teams! Purtroppo non sarà sui social e non rimarrà a disposizione per le repliche, ma di certo quello che verrà fuori lo condividerò sulla prossima puntata di Ostrica. Qui sotto un utile riepilogo:
Non mi capita spesso di presentare eventi, ma ogni volta è speciale perché riesco a organizzarli con persone di cui condivido le visioni e i progetti. Si tratta spesso di eventi legati al territorio di Milano, alla sua vita culturale e sociale, un aspetto della città che per me è essenziale. Questi eventi - soprattutto quando lo erano in presenza -sono un modo per mantenere vivo e materializzare un senso di comunità. Mi sono resa conto che molte delle cose che mi hanno colpito questa settimana sono legate a questo concetto, vuoi forse perché si sta facendo un gran (meritato!) parlare della serie SanPa di Netflix, dedicata alla storia di San Patrignano e del suo fondatore Vincenzo Muccioli, che vi avevo già segnalato.
In questa strana settimana - metà di vacanza e metà no - ho capito che a darmi sollievo dal caos sono proprio le abitudini, che “contengono” (come declamava Muccioli), ma soprattutto le cose che ti permettono di identificarti in un gruppo di riferimento. Rimanere aggiornata sui gruppi FB e Telegram, scrivere quest’Ostrica, oppure guardare Propaganda Live il venerdì sera, sono cose mi permettono di mantenere un contatto con la realtà circostante. L’ultima puntata del programma aveva dedicato un ampio reportage alla Comunità di Sant’Egidio e a tutte le azioni di solidarietà a “I nuovi poveri” presenti sul territorio romano. Una visione consigliatissima.
Quello stesso pomeriggio avevo letto una riflessione sulla mia “Milano, città in fiamme”, a firma di Carol Rollo - autrice e illustratrice che ho incontrato per la prima volta di persona proprio qui in città nel 2016, al concerto di Grimes al Magnolia. Quel festival era diventato occasione per un casuale raduno milanese di quelle giovani donne che come lei (e come me) componevano la redazione di Soft Revolution, la webzine su cui ho iniziato a scrivere “seriamente” tanto tempo fa. Per anni è stata una comunità di riferimento (femminista e militante) a tutti gli effetti, anche se a distanza. Non mi soffermerò in questa sede sull’importanza senza pari che quell’esperienza ha avuto per me e per tant* - anche perché uscirà prossimamente un articolo di approfondimento che ho scritto in merito - ma mi permette di ricordare una Milano, in cui ancora non abitavo ma a cui ambivo, in cui accadevano incontri ed eventi belli, e che a me non bastavano mai. Oggi, una Milano privata dei luoghi di svago e piacere è molto più ostile e forse snaturata; sento che dentro di me si sta aprendo una frattura di disamore, pur osservandola con benevolenza attraverso molti gruppi online dove trovo le attività di chi si spende per gli altri in difficoltà (come le Brigate volontarie per l’emergenza che sono nate a marzo) e continua strenuamente a lottare.
La difficoltà di Milano è simile alla mia: rimanerci adesso che è svuotata e spenta e sembra inutile, ma è una sfida che va affrontata.
Qualche lettura: la poetessa Trapeta B. Mayson si è inventata una Poetry Line, una linea telefonica di aiuto, però con la poesia (disponibile solo a Philadelphia).
Impeccabile come sempre questo saggio di Claudia Durastanti sul Far esplodere i miti, cambiare idea, immaginare l’inimmaginabile. Non c’è molto da dire, perché di roba ne dice tanta già lei ed è un tripudio.
LIBRI
Non fa in tempo a iniziare un nuovo anno che sono già usciti due miei articoli. Ve li voglio segnalare perché riguardano due bei libri che vale la pena recuperare.
Un cazzo ebreo è il romanzo di esordio di Katharina Volckmer ed è appena uscito in Italia con La Nave di Teseo. Il libro ha fatto molto parlare di sé in UK e USA, e non solo per il titolo che, per inciso, è la cosa meno provocatoria. Si tratta di uno stupendo monologo sull’identità, sul corpo e sull’amore. Io ho intervistato l’autrice, le cui risposte, se non avessi letto il libro, mi avrebbero assolutamente convinto a farlo.
Se avete a cuore i concetti di multiculturalità e confini, recuperate la nuova edizione di Vento di Terra di Paolo Rumiz, riedito da Bottega Errante. Il consiglio è di leggerlo bevendo un bicchiere di Malvasia e sognando le colline istriane in Primavera.
MUSICA
A parte la coda lunga dei compianti sul rapper MF DOOM (Ta-Nehisi Coates aveva scritto un bel ritratto di lui ancora in vita per il New Yorker), non ho molto altro da segnalare. Mi aiutate a recuperare qualcosa di bello e nuovo?
Se qualcuno avesse ancora dubbi su cosa rappresentino quest’Ostrica e queste perle, per di qua:
Gli Alchimisti hanno un’immagine molto calzante alla trasformazione della sofferenza del sintomo in un accrescimento di valore dell’Anima.
Uno dei traguardi del processo di Alchimia era la “Perla Preziosa”.
Questa Perla all’inizio, non è che un granello di sabbia, un sintomo nevrotico, un disturbo, un segreto irritante e noioso della propria carne, da cui non c’è Conchiglia che possa proteggere. Questo granello è ricoperto, elaborato giorno per giorno, finché diventa "Perla", ma ancora deve essere ripescato dall’Abisso e acquistare autonomia.
Poi, quando il granello è recuperato, viene indossato. Deve essere portato a contatto con il calore della pelle, perché conservi la sua Lucentezza.
Il complesso liberato, una volta causa di dolore, è ostentato davanti a tutti come una Virtù. Il "Tesoro Esoterico", ottenuto con uno sforzo che nessuno conosce, diviene uno “Splendore Esoterico”. Liberarsi dei sintomi, vuol dire liberarsi anche della possibilità di guadagnare qualcosa che potrà un giorno rivelarsi di grande valore, anche se all'inizio è insopportabile, irritante, deprimente e da nascondere.
Da "La ricerca interiore. Psicologia e religione" (James Hillman)
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Alla prossima domenica!
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